Oggi, 28.09.2020, è la giornata Mondiale contro la Rabbia e vorrei parlarti della rabbia adolescenziale.
Probabilmente nella vita di un genitore crescere un adolescente non è semplice, perché in questa fase di vita del proprio figlio deve scontrarsi con la fisiologica ribellione del ragazzo, trovandosi di fatto spiazzati ed impreparati.
Ciò è dovuto al fatto che la repentina trasformazione del proprio corpo e una progressiva scoperta del mondo, molti ragazzi faticano a gestire i cambiamenti che stanno vivendo, sia fisici sia psicologici, provando in alcuni casi rabbia ed aggressività rivolta sia verso gli adulti sia verso i coetanei. Infatti, la cattiva gestione di tali cambiamenti è dovuta al fatto che il giovane sta ancora costruendo la propria identità, scontrandosi spesso con i propri errori. A causa di questa sensazione di inadeguatezza, il sentirsi insoddisfatti e la paura di non farcela possono portare a rabbia ed aggressività.
Una delle cause principali della fatica nel controllo delle proprie emozioni da parte degli adolescenti è legata alla biologia, in quanto il corpo del ragazzo suggerisce dei nuovi bisogni, che non riescono ad essere esauditi, creando frustrazione nel giovane.
Un’altra causa è legata al fatto che in questa fase di vita i figli si ribellano all’autorità incarnata dai genitori. Questo succede perché gli adolescenti iniziano a vivere un processo naturale di indipendenza, incominciando così a contestare e giudicare i propri genitori. In alcuni casi, con i primi “no” ricevuti dalle figure genitoriali, possono arrivare reazioni spropositate di rabbia e, nella peggiore delle ipotesi, sfociare anche in aggressività.
Un'ultima causa è dovuta al fatto che, per colpa dei modelli proposti dalla società, i propri figli potrebbero maturare molte insicurezze, rendendoli di fatto molto suscettibili e permalosi. Conseguentemente, gli adolescenti tendono a vivere con difficoltà gli insuccessi sia relazionali, ovvero con il gruppo dei pari (amici e compagni di classe), sia scolastici. Pertanto, questa caratteristica fa si che la scuola diventi un loro campo di battaglia portando facendo si che i giovani entrano in conflitto sia con gli insegnanti sia con i genitori.
Tuttavia, la rabbia degli adolescenti a volte può celare anche insicurezza, ansia e paura del ragazzo. Infatti, durante questo periodo di vita il giovane può sentire il bisogno di staccarsi dai genitori alla ricerca di una propria autonomia, ma convive con il bisogno di sentirsi di essere sostenuto dagli stessi (senza volerlo mostrare troppo).
Il cambiamento dei figli durante l'adolescenza coinvolge tutta la famiglia, perché l’adolescenza non colpisce solamente l’individuo, ma è una fase di ciclo di vita che coinvolge tutti i componenti del nucleo familiare: ad ogni emozione dell’adolescente corrisponde, spesso in modo speculare, quella dei genitori e viceversa.
Cosa possono fare i genitori? Ecco 7 consigli pratici
Aspettare ed ascoltare: i genitori devono prendere tempo per capire la rabbia dei propri figli. L’impulsività è sempre una cattiva consigliera e i silenzi sanno essere molto educativi. Bisogna far calmare le acque e successivamente instaurare un dialogo costruttivo con i propri figli.
Non essere orgogliosi: i genitori devono riuscire a gestire il proprio orgoglio. Non si deve prendere la rabbia come una manifestazione personale, ma si deve imparare a tener conto del fatto che si tratta di un bisogno esperienziale del ragazzo che ha a che fare con i compiti dello sviluppo dell’adolescenza.
Poche regole, ma chiare: è importante saper garantire un limite dal punto di vista educativo, senza però fare l’errore di dire dei “no” dettati dalla propria emotività. Si deve lasciare spazio alla costruzione di senso di responsabilità e fiducia.
Ricordarsi di avere avuto la loro stessa età: bisogna cercare, quanto più possibile, sintonizzarsi con quella fase della propria vita senza filtrarla con gli occhi dell’adulto che si è diventato.
Lodate i comportamenti positivi: è importante rinforzare le condotte positive dell’adolescente; in un momento della sua vita dove si può sentire “sbagliato” e non adatto. Risulta fondamentale poter sentire fiducia e soddisfazione da parte del genitore, anche su dei piccoli passi fatti: questo li aiuterà ad aumentare l’autostima nei confronti di se stesso.
Dare il buon esempio: il messaggio educativo migliore che il genitore può dare, è essere coerente con il proprio comportamento. È di fondamentale importanza che i genitori possano essere un punto di riferimento fermo e coerente, capace di arginare il senso di disorientameto provato dai figli in questo particolare periodo della loro vita.
Non sminuire ciò che racconta: le difficoltà e le esperienze che vivono gli adolescenti sono molto diverse da quelle degli adulti, in quanto la “carica” emotiva è maggiore, proprio perchè le stanno vivendo per la prima volta. È importante che il genitore eviti di sminuire il disagio che l’adolescente riporta, perchè avere questo tipo di atteggiamento può portare con grande probabilità “l’effetto chiusura” del giovane.
E tu cosa ne pensi?
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