L’adolescenza è un periodo di transizione tra l’infanzia e l’età adulta caratterizzata da notevoli cambiamenti nell’aspetto fisico, psicologico e sociale. L’aspetto che più preoccupa in questa fase della vita sono i conflitti tra genitori - adolescenti. In questa fase l’aggressività e il conflitto con gli altri rappresentano spinte evolutive che devono trovare una loro collocazione, mentre la trasgressione rappresenta la messa alla prova del proprio senso di onnipotenza, della misura di sé in base ai limiti.
Nonostante l’aumento dei conflitti che accompagnano l’arrivo dell’adolescenza, la maggior parte delle famiglie è in grado di superare i momenti complicati riuscendo a formare nuovi equilibri familiari, soddisfacenti sia per i genitori e sia per i figli. Per esempio, lo scontro è utile e opportuno quando l’adolescente inizia a pensare di poter uscire di casa e rientrare quando vuole e si scontrano con la regola imposta dai genitori.
I genitori, da parte loro, si chiedono sicuramente come comportarsi quando il proprio figlio adolescente diventa oppositivo. Tuttavia, questi conflitti sono necessari per lo sviluppo dell’indipendenza dei figli, oltre a permettere all'adolescente di creare una propria identità. Pertanto, l’adolescenza è una fase di rivendicazione, in quanto ciò che viene attaccato non è il genitore in sé ma la funzione che esso ricopre.
Tuttavia, tante volte questi comportamenti oppositivi possono essere una tentativo di ricerca d'attenzioni e di accettazione da parte del figlio. Se però sono presenti continui scontri e litigi, con aggressioni verbali e fisiche da parte dei figli, significa che si sono oltrepassati i confini e non si parla più di reazioni legate al processo fisiologico di crescita.
Quindi cosa si può fare?
Ascolto attivo: cercate di comprendere cosa stanno cercando di comunicare e i motivi che li spingono a comportarsi così, ripartendo dal dialogo e dall’ascolto. Fatelo parlare e ascoltate cosa ha da dire, anche se vi risponde a monosillabi: questo ovviamente non significa dargliela vinta su tutto, ma leggere tra le righe per essere poi più efficaci.
Non essere troppo rigidi: non ponetevi come se vostro figlio abbia sempre torto e voi ragione, ma cercate di mettervi in discussione, per capire come comunicare in maniera efficace con lui. Evitate di assumere un controllo oppressivo perché i ragazzi più si sentono alle strette, più tendono a voler imporre il loro punto di vista, entrando in opposizione con i genitori. Bisogna evitare di essere soffocanti, dategli fiducia e concedetegli più spazi di autonomia, man mano che riescono a guadagnarseli.
Poche regole, ma chiare ed applicate con coerenza: le regole, i paletti, i "NO!" sono sicuramente fondamentali nella crescita di un figlio, definiscono i confini psichici e lo aiutano a contenere i propri comportamenti. Non date ordini ed evitate frasi (per esempio: “Io sono il genitore, tu devi ubbidire”) e non dare "NO!" immotivati, in quanto fa vivere al figlio una condizione di ingiustizia, tendendo così a rispondere con rabbia e frustrazione. Inoltre, tutti gli insegnamenti e le regole devono essere impartiti in maniera coerente e prevedibile.
Non accusate direttamente l'adolescente: evitate assolutamente frasi del tipo “Sei sempre il solito”, “Sei cattivo”, “Sei una delusione”, ma concentratevi sulla condotta sbagliata, altrimenti si sentirà rifiutato, si metterà sulla difensiva, attaccando a sua volta e reagendo in maniera inappropriata. Il dissenso è verso l'azione che il ragazzo/a ha compiuto e non verso la loro persona.
Non urlate: è fondamentale che l’adulto riesca a gestire la propria emotività: alzare sempre i toni, avere reazioni impulsive o addirittura arrivare a punizioni fisiche sono tutti modi di fare che non portano ad estinguere una condotta sbagliata del figlio. Non è una lotta di potere, né un braccio di ferro per dimostrare chi è più forte. Si riesce ad avere più risultati agendo con la calma, la fermezza e la determinazione.
Non essere prevenuti: quando ci sono conflitti e lotte continue tra genitori e figli, si rischia di focalizzarsi solo sui comportamenti sbagliati e sugli aspetti da modificare. I ragazzi sanno di non essere rispettosi in alcuni momenti e, anche se non lo dimostrano, stanno male per questo. Non partite prevenuti e non sminuite se qualche volta si comportano bene, perché rischiate così di farli stare ancora più male e di farli reagire nel modo peggiore. È fondamentale cogliere anche i piccoli miglioramenti e rinforzare i figli: questo li fa sentire visti, riconosciuti nei loro movimenti di crescita e motivati al cambiamento.
Usare rinforzi positivi: non sminuite se qualche volta si comportano bene, perché rischiate così di farli stare ancora più male e di farli reagire nel modo peggiore. È fondamentale cogliere anche i piccoli miglioramenti e rinforzare i figli: questo li fa sentire visti, riconosciuti nei loro movimenti di crescita e motivati al cambiamento.
Fonti
Ubiminor, (22 febbraio 2019), “Come aiutare gli adolescenti a gestire i conflitti sociali”, https://www.ubiminor.org/interventi/esperienze-educazioni/2812-come-aiutare-gli-adolescenti-a-gestire-i-conflitti-sociali.html
Divulgazione dinamica, (04 aprile 2018), “La necessità dei conflitti tra genitori ed adolescenti", https://www.divulgazionedinamica.it/blog/la-necessita-dei-conflitti-genitori-adolescenti/
Fracas B., “Adolescenza: età dei conflitti”, https://www.amando.it/mamma/adolescenza/adolescenza-eta-conflitti.html
Legacci A. & Galtarossa A., (28 marzo 2019), “L’adolescenza dei figli: la fase del conflitto”, https://psicoterapia-coppia.it/adolescenza-dei-figli-il-conflitto-con-i-genitori/
AdoleScienza.it, (29 marzo 2019), “Figli adolescenti che non rispettano i genitori. Come intervenire?”, https://www.adolescienza.it/sos/sos-genitori-adolescenti/figli-adolescenti-che-non-rispettano-i-genitori-come-intervenire/
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